Edilizia

Asilo Santarelli

Progetto di

Guido Savini (per concorso), 1933

Anno di costruzione

1934-1937

Indirizzo

Via Caterina Sforza, 45 - Forlì

In breve

Entro le vecchie mura, a pochi passi dal centro, si trova l’Asilo infantile Santarelli. Realizzato negli anni Trenta, l'edificio non ha contribuito a sostanziali modifiche urbanistiche, ma costituisce un valido esempio dell’architettura razionalistica di quegli anni.

Per le sue dimensioni e per le interessanti possibilità di riutilizzo che il complesso presenta, oggi l’Asilo è al centro di un vitale progetto di riqualificazione cittadina.

Nascita

Realizzato su progetto dell’ingegnere Guido Savini, il nuovo complesso andò a sostituire un preesistente convento, che già ospitava una scuola dell’infanzia pubblica. Ribattezzato Santarelli il nuovo asilo rispondeva all’esigenza di adeguare il preesistente edificio alle nuove direttive igieniche e funzionali. All’interno della propaganda fascista le istituzioni sociali e previdenziali ebbero sempre una grande importanza, tanto che l’Asilo Santarelli venne inaugurato per ben due volte: una prima ad opera di Rachele Mussolini, nel 1937, e una seconda alla presenza della regina d’Italia Elena di Savoia, nel 1938.

Luogo

Il complesso è articolato in tre blocchi che racchiudono una corte interna. Sul quarto lato della corte, un più basso portico ad archi introduce a tre distinti ingressi, che conducevano alle principali attività didattiche e ricreative.

La parte centrale, destinata a ospitare le aule, è esposta a sud-est per garantire l’illuminazione diretta del sole del mattino ed essere in diretto contatto con il giardino.

I due grandi blocchi laterali, dedicati ai servizi, furono congeniati in maniera totalmente diversa. Un grande volume cubico, esposto a nord-ovest e coperto da una possente struttura a padiglioni, ospitava la cappella e il grande refettorio, le cui pareti sono rivestite di marmo bianco di Carrara. Al lato opposto, in simmetrica contrapposizione, si trova un grande parallelepipedo, con una testata arrotondata sul fronte principale, che ha al suo interno doveva accogliere il ricreatorio. Infine il lastrico solare di copertura, praticabile, presenta un tema architettonico di parapetto, ispirato al lavoro dell’architetto Erich Mendhelsson.

All’interno le pareti interne di diverse aree, compresa la cappella, sono decorate dagli affreschi di Francesco Olivucci, cui si deve anche il noto trittico con i luoghi che celebravano «le liturgie dell’uomo Mussolini».

L’edificio è in buona armonia col contesto, soprattutto con il grande giardino alberato che contribuisce a creare equilibrio con i restanti tessuti edilizi.

Asilo Santarelli, veduta dell'esterno

Oggi

L’edificio ha ospitato fino al 2011 una scuola materna comunale, e in effetti gli interni appaiono oggi in discrete condizioni, mentre lo stesso non si può dire degli esterni.

Attualmente l’Asilo Santarelli rientra in un importante progetto di riqualificazione comunale, che prevede all’interno del complesso la realizzazione di una biblioteca pubblica, un centro di interpretazione del museo a cielo aperto della città del Novecento e un Laboratorio le cui funzioni saranno destinate a supportare e integrare quelle museali e bibliotecarie.

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