Il Diario forlivese di Filippo Guarini
Il Diario forlivese di Filippo Guarini
Il Diario forlivese
«Ho registrato queste memorie non con vanità di Istoriografo, né con eleganza di letterato, perché in verità questo non è nell’indole mia pacifica, tranquilla e aliena da qualunque idea di ambizione, ma semplicemente per fornire materia quandochessia a chiunque amerà di scrivere qualcosa sulle vicende dei curiosi tempi che corrono […]. Qualunque sia l’utilità […] avrò se non altro la compiacenza di aver fatto qualcosa pel mio paese che amo teneramente».
Con queste parole il conte Filippo Guarini spiegava lo spirito e la maniera con cui scrisse il Diario forlivese, la sua opera forse più nota e una delle testimonianze documentarie più interessanti della storia di Forlì.
Opera monumentale composta da quindici volumi, il Diario forlivese ripercorre anno dopo anno gli avvenimenti accaduti alla città di Forlì dal 1863 al 1920. Un memoriale in cui il conte Guarini di volta in volta fa le veci del cronista, del narratore e del testimone riportando aneddoti, fatti e prendendo in custodia documenti, ricevute e ricordi, mentre immagina di chiacchierare con un interlocutore futuro a cui si rivolge con le parole «lettor mio bello».
Attualmente il Diario forlivese è conservato nella Biblioteca comunale di Forlì, luogo di tutela e custodia di una fonte storiografica estremamente interessante.
Leggi le pagine del Diario forlivese.
Autore
Filippo Guarini nacque a Forlì il 18 novembre 1839 da una famiglia nobile del luogo; dopo gli studi nel Collegio Tolomei a Siena, nel 1859, prese parte come volontario alla Seconda guerra d’indipendenza.
Nel 1866 di nuovo a Forlì fu nominato direttore degli istituti culturali della città, dal 1867 al 1876 ricoprì la carica di consigliere comunale e negli stessi anni partecipò a importanti studi eruditi sulla storia e la cultura forlivese. Nel 1876 abbandonò gli incarichi culturali e si dedicò con assiduo impegno all’attività politica; nominato nel 1877 segretario del comitato diocesano dell’Opera dei congressi, nel 1891 ne diventò il presidente; nel 1901 si dimise dalla presidenza ma mantenne un ruolo di prestigio nell’ambiente del laicato cattolico forlivese.
Dal 1863 fino al resto della sua vita Filippo Guarini si dedicò al Diario forlivese.
Il fondo è costituito dalla documentazione raccolta e prodotta da Armando Ravaglioli (Rocca San Casciano, 1918 – Roma, 2009) durante la sua attività politica, professionale e culturale. L'archivio è stato acquisito in deposito dalla Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì nel 2019, quando in occasione del decennale della morte di Ravaglioli, i figli consegnarono alla Fondazione l’archivio personale del padre. Al momento dell'acquisizione l'archivio consisteva in 38 faldoni, 12 album fotografici e 5 volumi di riviste rilegate e documentazione varia sciolta e a stampa. La Fondazione Roberto Ruffilli di Forlì grazie al contributo finanziario dell'Amministrazione comunale di Forlì, il coordinamento di Domenico Guzzo e la consulenza storica di Giovanni Tassani, ha permesso l’intervento di riordino, inventariazione e digitalizzazione portato a termine nel 2022.
Ravaglioli aveva organizzato l’archivio applicando alle carte una netta cesura temporale determinata dalla caduta del regime fascista e dalla Seconda Guerra mondiale. Così da una parte troviamo le carte prodotte dalla sua attività giovanile: prima scolastica poi come animatore dell'Azione cattolica e delle organizzazioni giovanili fasciste forlivesi, principalmente in veste di giornalista e animatore delle riviste nate in seno ai Giovani universitari fascisti forlivesi, oltre che inerenti l’esperienza bellica e al periodo da internato militare italiano nei campi di concentramento nazisti. Dall'altra parte vi sono le carte prodotte e raccolte durante la sua attività professionale, culturale e in parte politica dal dopoguerra in avanti.
Per maggiori informazioni vedi la presentazione dell'archivio nel portale degli Archivi Storici dell'Emilia-Romagna.
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