La stampa a Forlì durante il fascismo
La stampa a Forlì durante il fascismo
La stampa fu uno dei più potenti mezzi di persuasione e propaganda adottati dal regime fascista. Assieme alla radio, al cinema, all’architettura, alle celebrazioni e a molto altro ancora, accompagnò con risultati tangibili l’Italia verso il consenso. Leggi e decreti furono emanati per dare agli organi di governo la facoltà di censurare ed eliminare i giornali non allineati oltre a escludere giornalisti e direttori inadempienti. In tal modo la notizia divenne la «notizia di Stato», unica ed univoca.
Fu un tragitto percorso a tappe. Per favorire il consolidamento del regime fu prima messo in campo un controllo tenace nei confronti degli oppositori della carta stampata tramite diffide, sospensioni e sequestri. Poi, una volta liberata la strada dai maggiori ostacoli, l’impegno fu quello di affidare la direzione dei giornali superstiti a persone di fiducia alle quali il governo inviava precise disposizioni in modo che i giornali potessero diffondere quotidianamente le direttive inerenti le questioni pubbliche. Per il controllo di tali operazioni, nel 1935 fu creato il Ministero della cultura popolare. Era proprio il ministro, e a volte il duce in persona, a diramare le direttive. Il primo ministro (in ordine cronologico) a sedere sulla poltrona del Ministero dedicato alla stampa, alla propaganda, al cinema e al teatro fu Galeazzo Ciano, marito di Edda Mussolini.
Un altro personaggio di spicco in materia di diffusione delle notizie fu il forlivese Manlio Morgagni, direttore e presidente della Stefani, l’agenzia di stampa legata strettamente al duce. Morgagni era in perenne contatto con Mussolini (di cui era fedelissimo) per sottoporre al vaglio superiore le notizie nazionali e internazionali da divulgare ufficialmente. La Stefani può essere paragonata alla moderna Ansa.
Anche le riviste incontrarono la scure fascista e vissero, finché poterono, la propria “libertà” con ripetuti, immancabili problemi in attesa di essere serrate dal regime. Al loro posto nacquero ed ebbero campo libero una miriade di giornali illustrati che non di rado portavano sulla copertina la scritta «Fondata da Benito Mussolini». Bella carta, immagini affascinanti e notizie entusiasmanti riempivano le pagine di quelle pubblicazioni nate in seno al Pnf, alla Gil, al Guf, ai dopolavori, all’Aeronautica, alla Marina militare... Venute alla luce per descrivere sempre e solo il meglio, creare ottimismo, proporre serenità e dimostrare la potenza nazionale. Nel tempo ogni rivista ebbe un preciso compito: quello di esaltare la famiglia, l’agricoltura, le imprese aeronautiche, la colonizzazione d’oltremare, il duce, la sua terra. E, da un certo momento, demonizzare gli ebrei. Molte pubblicazioni trattarono argomenti culturali, scientifici e letterari. Sta di fatto che le grandi firme passarono tutte sotto il controllo del Mussolini giornalista, pilota, agricoltore, padre di famiglia, cavallerizzo, urbanista... Non esisteva la possibilità di scrivere altrove: si scriveva sui giornali fascisti.
I libri vissero la stessa drammatica vicenda. La censura li colpì violentemente ma, come per i giornali, nacque una nuova produzione editoriale. Furono pochi gli intellettuali rimasti fuori dal fascismo, alcuni di questi furono costretti ad abbandonare l’Italia. Numerosi invece furono quelli che sostennero il regime. Di grande impatto fu la produzione di biografie del duce: su tutte emergono Dux di Margherita Sarfatti e L’Uomo Nuovo del futuro accademico forlivese Antonio Beltramelli.
Eliminate quindi le testate scomode, nel percorso di propaganda e persuasione del Ventennio, libri, giornali e riviste marciarono allineati verso la mitizzazione del duce e l’affermazione dell’idea fascista, occupando pressoché l’intero spazio editoriale italiano. Anche l’interessante e nutrita produzione a stampa forlivese, che in quel periodo vantava prodotti di qualità, subì la stessa sorte. Chiari esempi ne sono: «Il Momento», giornale fondato da don Pippo, che prima della chiusura, il fascismo volle ridurre a semplice bollettino ecclesiastico e la rivista di cultura romagnola «La Piè» il cui direttore Aldo Spallicci fu costretto dal regime a lasciare Forlì.
La sezione "Periodici" offre la possibilità di sfogliare le pagine digitalizzate dei più importanti periodici del primo Novecento italiano.
I primi decenni del XX secolo Forlì diventa un interessante bacino di pubblicazioni periodiche che spaziano nei più diversi ambiti e alternano orizzonti di respiro nazionale a documentazioni maggiormente legate al territorio circostante, dalla nazionale Critica fascista al curioso Giro giro tondo… e al forlivese Forum Livii. Diverse per ambiti e prospettive, tutte costituiscono però un’importante testimonianza degli avvenimenti e del sentire del tempo.
Per l’Italia
Nate nell’ambiente forlivese alcune pubblicazioni superano velocemente i confini della terra d’origine per diventare periodici di interesse nazionale, ben nota è la portata di Critica fascista, voce autorevole degli eventi politici nel ventennio fascista, come anche quella di L’Ala d’Italia rivista di settore che per volere di Mussolini divenne un importante strumento di propaganda.
Per Forlì
Alcune pubblicazioni costituiscono un’importante testimonianza delle vicende strettamente forlivesi, come l’ecclesiastico Madonna del fuoco o il culturale La Romagna; d’altro canto, in altri casi, periodici locali possono diventare la manifestazione di un fenomeno nazionale, come l’architettura di Forum Livii.
Per ragazzi
Come nel resto della penisola italiana anche Forlì vede nascere interessanti pubblicazioni che vanno a costituire un appuntamento fisso per adolescenti e genitori. Tra tutte Giro giro tondo… confeziona versi e prosa per i più piccoli proponendo un inedito connubio tra testo e immagini; per i più grandi Il Romanzo dei Piccoli sembra un prezioso dono dall’estrema bellezza grafica.
ELENCO PERIODICI
Critica fascista. Periodico quindicinale fondato da un giovane futurista Giuseppe Bottai (1895-1959) nel 1923. Nata per stimolare il dibattito e la formazione della classe dirigente fascista, durante i successivi vent’anni di pubblicazione la rivista segue con assiduità i contemporanei avvenimenti politici non risparmiando importanti critiche nei confronti del governo mussoliniano. Si afferma come l’espressione più autorevole del revisionismo fascista. La rivista chiude nel 1943 in seguito alla caduta del fascismo. Sfoglia le pagine di «Critica fascista».
Forum Livii. Rivista trimestrale sull’arte, la cultura e la storia della città di Forlì. Corredata di vivaci illustrazioni, storiche e artistiche si propone l’obiettivo di celebrare la storia, la cultura e gli uomini di valore della cittadina romagnola. Il primo numero esce a fascicoli illustrati il 1° aprile 1926; la rivista chiude a dicembre del 1931. Sfoglia le pagine di «Forum Livii».
Giro giro tondo… Periodico mensile per la prima infanzia in formato quadrotto con illustrazioni a tre colori. Rivista innovativa nel suo genere per il rapporto tra testi e immagini, in sedici pagine complessive poesie, filastrocche e brevi novelle si legano a illustrazioni che smettono di essere una semplice decorazione per diventare uno strumento di comprensione per i più piccoli. Il primo numero esce nel 1921, ma il progetto non ottiene il successo inizialmente sperato e nel dicembre del 1924 termina la pubblicazione indipendente, mentre viene inglobato all’interno del ben più diffuso Giornalino della Domenica. Sfoglia le pagine di «Giro giro tondo...».
Il romanzo dei piccoli. Periodico nato dalla collaborazione tra Antonio Beltramelli e Francesco Nonni nel 1913 a Forlì, si distingue per qualità della stampa e della grafica nelle xilografie a colori, nei fregi delle testatine e nelle tavole fuori testo. Dal 15 aprile del 1914 viene arricchito dall’inserto Il giornalino. Termina le sue pubblicazioni nel 1914. Sfoglia le pagine de «Il romanzo dei piccoli».
L’ala d’Italia. Rivista mensile dell’aviazione fascista. Nata dall’esigenza di Mussolini di creare in sentimento nazionale legato all’aviazione, questo mensile nasce nel 1922 ad opera di Attilio Longoni, pilota, giornalista e segretario dei Fasci di combattimento. Incentrata su ogni aspetto riguardante l’aviazione, alla sua realizzazione collaborarono gli illustratori, i cartellonisti e i pittori all’avanguardia del periodo. Nel tempo L’Ala d’Italia si sviluppa in una pubblicazione legata alla propaganda militare, tanto che nel 1938 diventa un quindicinale; nel 1943, in seguito alla caduta del fascismo, chiuse definitivamente le sue pubblicazioni. Sfoglia le pagine de «L'ala d'Italia».
Madonna del Fuoco. Nasce come rivista bimestrale sotto la direzione del canonico professor Adamo Pasini nel 1915; dal 4 gennaio del 1927 diventa un mensile e nel 1928 esce con la sua ultima pubblicazione. Legata alla chiesa forlivese contiene memorie delle parrocchie e delle diverse istituzioni connesse alla diocesi della zona, compreso il territorio di Ravenna. Sfoglia le pagine di «Madonna del Fuoco».
La Romagna. Mensile di storia e di lettere nata nel 1905 pubblica poesie racconti e recensioni, organizza premi letterari con il fine di sostenere e condividere una produzione culturale inedita. Inizialmente diretta da Gaetano Gasperoni, nel 1923 la direzione passa a e Luigi Orsini. Sfoglia le pagine de «La Romagna».