Edilizia

Palazzo del Governo

Palazzo della Prefettura già Palazzo Paulucci-Piazza

Progetto di

Cesare Bazzani (su commissione diretta), 1933-1937

Anno di costruzione

1924-1928 primi lavori di restauro e adeguamento a funzione pubblica di prefettura (edificio ancora incompiuto); 1933-1939 lavori di ampliamento e completamento.

Indirizzo

Piazza Ordelaffi - Forlì

In breve

A 20 minuti a piedi dalla stazione si trova Palazzo Paulucci Piazza. Oggi sede della Prefettura, questo edificio completa una delle piazze più importanti di Forlì e ha un certo valore architettonico in quanto costituisce una delle poche architetture barocche della città, ma soprattutto per l’attenta e interessante ricostruzione storica di cui è stato oggetto.

Nascita

Identificato con il nome delle due importanti famiglie nobiliari che ne furono proprietarie, i Piazza e i Paulucci de’ Calboli, l’edificio seicentesco fu oggetto, negli anni Venti, di un cambio destinazione. Nel 1932, su progetto dell’architetto Emilio Rossetti, si cominciarono i primi lavori di ampliamento e completamento per permettere al palazzo di diventare la nuova sede del tribunale.

Il progetto venne interrotto l'anno successivo dallo stesso duce, poiché nel mentre, soprattutto per l’influenza di Marcello Piacentini, si era sviluppata una nuova concezione architettonica del palazzo di Giustizia. A questo punto il palazzo Paulucci Piazza venne destinato a sede del Palazzo del Governo, e del nuovo progetto venne incaricato il prolifico architetto Cesare Bazzani, al quale venne chiesto di prevedere anche un appartamento per il duce.

Luogo

Il Palazzo fu oggetto di un’importante opera edilizia: con il completamento dell’ala sinistra, fino ad allora totalmente mancante, il palazzo, dalla caratteristica pianta a U, assunse una perfetta simmetria.

La facciata, arricchita da un imponente cornicione, si sviluppa su tre livelli delineati da tre ordini di finestre decorare con cornicioni e frontoni, dalle forme triangolari e curvilinee.

Bazzani progettò anche il giardino retrostante secondo lo schema dei giardini delle ville romane cinquecentesche con un’esedra, sull'asse dell'ingresso del palazzo, dove domina una statua di marmo.

Se gli interventi esterni, per quanto importanti, furono contraddistinti dal rispetto dell’architettura originale, non altrettanto si può dire degli spazi interni, dove fecero il loro ingresso diversi elementi del cosiddetto «gusto Littorio». A questo stile rimanda il piano attico, destinato all’appartamento del prefetto, che veniva anticipato da un imponente portale a stipiti sagomati, decorato da poderose modanature a becco di civetta e sormontato da tre fasci.

Alla morte di Bazzani, nel 1939, la direzione dei lavori passò a Italo Mancini, fidato collaboratore di Bazzani. In quegli anni continuarono i lavori per la decorazione degli interni; diversi furono gli artisti coinvolti: Francesco Olivucci realizzò per il Salone d’Onore una serie di affreschi celebrativi del duce, oggi non più visibili; mentre a Maria Biseo venne affidata la Sala da pranzo; infine numerose decorazioni e sculture vennero commissionate Boifava Canalini e Camporesi. Comunque in linea con lo stile barocco originario del palazzo, molti degli arredi sono una chiara espressione del gusto storicistico e decò di quegli anni.

Palazzo del Governo, panoramica

Oggi

L'edificio risulta oggi pressoché immutato rispetto al progetto originario e ha conservato la sua funzione di sede governativa. È uno degli edifici più rappresentativi della città ed è un luogo di interesse culturale, non solo per la sua architettura esterna, ma anche perché all’interno conserva il prezioso arredo originale, oltre che decorazioni e varie opere d’arte.

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