Cesare Bazzani (su commissione diretta), 1930
1930-1933
Via Maroncelli, 3 - Forlì
L'edificio è dedicato a Fulcieri Paulucci di Calboli, eroe di guerra deceduto in seguito a ferite ricevute sul Carso.
L'architetto Bazzani interpretò il luogo come un tempio dall'aspetto severo e aulico, in un rigoroso stile novecentista, fitto di simbologie e di riferimenti classici.
Realizzato con tecniche tradizionali, l’edificio venne salutato dalla stampa con molta enfasi e venne inaugurato solennemente. La sua edificazione era legata ai Paulucci di Calboli, una famiglia influente in città e nella capitale. La facciata - e parte dei suoi interni - avevano un apparato decorativo molto importante, in gran parte conservato fino ad oggi.
Il prospetto principale è scandito da un ordine gigante di lesene e caratterizzato dal timpano di coronamento di imponenti dimensioni, il cui profilo è sottolineato da una possente cornice in forte aggetto. L'ordine inferiore di finestre, inserito all'interno di un'ampia fascia rivestita in travertino come il basamento, presenta elaborate inferriate che terminano in basso con tre spade o gladii.
Ciascuna apertura è sormontata da due medaglioni e da un elemento architettonico a forma di chiave di volta, che si prolunga verso l'alto a raccordarla con l'ordine superiore di finestre, centinate e leggermente strombate. La finestra al di sopra dell'ingresso, che occupa il centro della facciata perfettamente simmetrica, si differenzia dalle altre per le maggiori dimensioni e il rivestimento in travertino, che spezza la fascia trattata ad intonaco.


Il portale sottostante, con formelle in rame sbalzato che raffigurano oggetti simbolici, allusivi al sacrificio dei caduti in guerra, è inquadrato da una cornice strombata in travertino, scolpita ai lati con fasci littori, e da un architrave con motivi decorativi a tralci vegetali che avvolgono un elmo e una daga. Ai lati del portale sono ancora presenti le due aste portabandiera con sostegni in bronzo lavorato.
L'edificio occupa l'area di sedime del fabbricato preesistente, appartenuto alla massoneria, conservandone i muri perimetrali, mentre le partizioni interne vengono riorganizzate intorno al corpo scala centrale, cui si accede attraverso un atrio riccamente rivestito in marmi policromi. Il pianterreno era adibito ad uffici mentre il piano superiore alloggiava le sale di rappresentanza e di riunione, di maggiori dimensioni.
L’apparato decorativo, convergendo l’attenzione sul tema della guerra, assume un valore molto alto, ribadendo in ogni particolare diversi simbolismi allusivi al valore e al sacrificio degli eroi di guerra. Nel timpano sono raffigurati due arcieri in travertino, opera dello scultore Roberto De Cupis. Al primo piano un monumentale bronzo di Domenico Rambelli raffigurante il fante.
L’edificio ha parzialmente modificato la sua originaria funzione ed è inserito in diverse guide architettoniche delle città, anche grazie alla presenza nei suoi spazi del Museo Storico «Dante Foschi» che raccoglie cimeli della Prima guerra mondiale e della guerra di Etiopia. Ospita inoltre la sede del «Corriere di Romagna».
Per approfondire