Edilizia

Foro Boario

Progetto di

Arnaldo Fuzzi (su commissione diretta), 1932

Anno di costruzione

1932-1935

Indirizzo

Via Ravegnana - Forlì

In breve

Realizzato su approvazione di Benito Mussolini, l’imponente Foro Boario divenne uno dei principali mercati del bestiame a livello nazionale; centrale per l’area cittadina circostante diede il nome allo stesso quartiere. Con il boom economico e la trasformazione dell’economica italiana, il Foro visse una fase di declino. Oggi grazie all’intervento del Comitato di quartiere, al Comune di Forlì e al FAI è stato sottoposto a un importante progetto di recupero ed è diventato un luogo di convivialità cittadina.

Nascita

L’area di via Ravegnana ospitava il mercato del bestiame fin dal 1927, ma la crescente urbanizzazione di questa zona imposero un intervento edilizio che rispondesse alle necessità pratiche e politiche di un mercato che stava diventando sempre più importante. Il progetto per la costruzione di un complesso destinato alla contrattazione del bestiame venne affidato ad Arnaldo Fuzzi e approvato dallo stesso Benito Mussolini. I lavori cominciarono nel 1932 e si conclusero nel 1935.

Luogo

L’imponente struttura è divisa in tre corpi di fabbrica uniti da grandi arcate per l’ingresso del bestiame; l’impatto del fronte esterno è monumentale: le colonne e le semicolonne giganti sono realizzate in cemento armato trattato a finta pietra alternata alle rientranze delle specchiature in cotto.

All’interno dell’edificio, nella parte centrale si apriva un vasto ed elegante salone riservato alle contrattazioni del bestiame, mentre le aree laterali ospitavano un bar, l’ufficio postelegrafonico, i servizi bancari e gli uffici amministrativi.

I piani interrati erano destinati agli uffici dei vigili addetti all’ordine del mercato, del veterinario capo e alla sala di rappresentanza, con poltrone in velluto rosso, per le manifestazioni.

Nel dopoguerra il Foro divenne uno dei mercati più importanti d’Italia, infatti era qui che si stabilivano i prezzi dei bovini a livello nazionale. Si arrivò a trattare fino a 2500 capi di bestiame: le trattative cominciavano all’alba e il mercato si riempiva di addetti ai lavori e massaie

 Con il boom economico e la generale urbanizzazione, che contraddistinsero l’Italia degli anni Sessanta, la zona venne destinata principalmente al settore secondario e comincio un declino del Foro che terminò nel 1987 con la sua definitiva chiusura.

Negli anni successivi il Foro ha ospitato nelle sue sale la sede veterinaria della AUSL Forlì-Romagna fino al 2016, un bar, un asilo nido e il comitato di quartiere, oltre a una serie di diversi eventi.

Foro Boario, veduta

Oggi

In occasione dell’ottava edizione de I Luoghi del Cuore organizzata dal FAI, nel 2016, il Foro Boario è stato votato da 6.664 persone, questo importante risultato, ottenuto grazie alla campagna di sensibilizzazione del Comitato di Quartiere e alla volontà del Comune, ha permesso di ottenere i finanziamenti per portare avanti un progetto di riqualificazione. Il progetto nasceva dall’idea di trasformare il Foro Boario in un parco cittadino, così da restituirlo alla comunità con una nuova identità.

I lavori, conclusi nel 2022, si sono concentrati sul ripristino della facciata in litocemento, delle colonnine in calcestruzzo, e sulla sistemazione di alcuni ambienti interni, dei camminamenti, dell’area verde, dei viali alberati e l’implementazione di un nuovo sistema di illuminazione, di un’area giochi, di panchine e di altri elementi di arredo urbano.

Oggi il Foro è un luogo di socialità e condivisione.

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