Edilizia

Villino Boni

Progetto di

Bruno Neri, 1932

Anno di costruzione

1932-1933

Indirizzo

Viale della Libertà, 9 - Forlì

In breve

Il cavaliere Giovanni Boni era un uomo che, come si suol dire, si era fatto da sé. Aveva studiato sì e no fino alla terza elementare, per poi iniziare a lavorare come manovale. Aveva saputo sfruttare al meglio tutte le possibilità che gli si erano presentate e in pochi anni era diventato un costruttore di successo, benestante, con cantieri aperti in tutta Italia.

All’inizio degli anni Trenta il costruttore forlivese fece erigere un villino in una delle porzioni più ambite della città di Forlì: viale Mussolini, l’attuale viale della Libertà. Il progetto venne affidato al geometra Bruno Neri, che realizzò un’elegante residenza a tre piani dal gusto ottocentesco.

Nascita

In quegli anni viale Mussolini era un grande cantiere a cielo aperto di progetti pubblici ambiziosi, che si concretizzarono uno dopo l’altro; qui Boni acquistò un lotto di terreno dall’ex sindaco di Forlì Giuseppe Gaudenzi per realizzare quel villino che allora era l’unica abitazione monofamiliare del viale.

Tra il 1932 e il 1933 Giovanni Boni commissionò il progetto al geometra Neri. Il cavaliere Boni ottenne il permesso di costruire il villino, ma non senza fatica. Una delle opposizioni venne dal Sindacato degli ingegneri fascisti, che fu però respinta. Nonostante tutto, il cantiere procedette spedito e nel giro di un anno il villino fu pronto per essere abitato.

Luogo

L’edificio, composto da tre piani fuori terra e un piano seminterrato, si presenta come una costruzione dallo stile neoclassico ottocentesco. L’importante stilobate del piano terra rialzato fa da base all’ordine architettonico delineato dalle lesene e dalle cornici delle finestre e chiuso in alto da un ampio parapetto. Particolarmente interessante è la soluzione ad angolo disegnata da Neri che prevede delle terrazze stondate alle quali si accede tramite ampie porte-finestre.

Su viale della Libertà si apre l’ingresso principale, arretrato rispetto al fronte e accentuato dalle due colonne poste ai lati. Ai piani superiori i terrazzini a due colonne creano un ritmato effetto chiaroscurale alla facciata. I rivestimenti in pietra naturale delle pareti completano un esterno estremamente di pregio. Il secondo appartamento, posto al secondo piano, è accessibile grazie a un’ampia scala che funge da ingresso indipendente.

All’interno, l’ingresso principale si apre su un salone di circa 45 mq, dal quale si dipartono un’elegante scala dall’andamento sinusoidale che conduce al primo piano, e due corridoi che portano ad altri spazi destinati allo studio, al salotto, al pranzo e a camere da letto. L’altezza dei soffitti, l’utilizzo del linoleum, allora materiale di grande valore, e gli arredi in legni pregiati completano questa prestigiosa residenza.

Villino Boni, la facciata

Tra il 1940 e il 1945, come molte altre abitazioni della città, anche questo villino divenne sede delle truppe inglesi e polacche, e anche in questo caso ne sono rimaste delle tracce: una bruciatura di sigaro sul corrimano della scala, il pavimento bruciato dall’uso delle cucine da campo e – inaspettatamente – un pianoforte, portato via dalle truppe inglesi forse da Firenze e posizionato al piano terra del villino, da dove non è mai stato spostato. Durante la guerra, la cancellata originale venne smontata per usarne il ferro; venne ricostruita in seguito, un po’ più bassa.

Dalla fine della guerra in poi, gli eredi del cavaliere Boni continuano a vivere nella villa, a volte affittando parte della casa; ovviamente molti ambienti sono stati piano piano rinnovati e adattati alla vita contemporanea, infatti l’androne del piano terra è l’unico ambiente rimasto esattamente com’era.

Oggi

Da luogo prestigioso di passeggio il viale della Libertà è diventato uno dei principali punti di smistamento della mobilità di Forlì; questo fa sì che le vibrazioni continue degli autobus mettano a dura prova la tenuta della copertura in cemento, mentre lo smog e i metalli pesanti anneriscono la facciata.

La famiglia Boni continua a custodire il patrimonio architettonico e le memorie che hanno attraversato la casa nel corso degli anni; in soffitta sono ancora conservati con cura tanti mobili originali, che la famiglia non usa più ma a cui non ha voluto rinunciare.

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