Edilizia

Palazzina Benini

Progetto di

Cesare Bazzani, 1933

Anno di costruzione

1933-1937

Indirizzo

Viale Corridoni e Corso della Repubblica - Forlì

In breve

Il cavaliere Ettore Benini, nato nel 1867, era un costruttore forlivese di grande successo. Si nota ancora oggi la scritta «Ettore Benini» sul portale all’inizio di viale della Libertà, su quella che era la sede della Società Anonima Cantieri Ettore Benini, che nel 1926 impiegava più di 500 operai.

All’apice del suo successo, Benini decise di costruire una palazzina privata a Forlì, per farlo si mise in società con l’architetto Cesare Bazzani, celebre progettista romano. L’architetto e il costruttore finanziarono insieme due palazzine gemelle che oggi fanno da quinta all’ingresso di corso della Repubblica.

Nascita

Durante il ventennio fascista la società di Ettore Benini era una delle principali ditte costruttrici italiane, con decine di cantieri in tutta Italia, in Grecia e in quelle che al tempo erano le colonie italiane. La chiave del successo di Benini fu un’innovazione tecnologica che divenne poi uno dei pilastri portanti della costruzione mondiale: l’uso sistematico del cemento armato. L’uomo di punta della Società di Benini era, infatti, l’ingegnere e deputato Vincenzo Lami: uno dei primi esperti italiani di cemento armato, una tecnica che aveva approfondito in Germania.

Al costruttore Benini la città di Forlì doveva anche l’edificazione del Palazzo delle Poste e, proprio in quell’occasione, Benini aveva avuto modo di lavorare con Bazzani, che, pochi anni prima aveva finito di realizzare il Monumento ai caduti di piazzale della Vittoria. In questa collaudata sintonia si spiega la loro collaborazione per la costruzione di due palazzine private, che l’architetto concepì come un ingresso trionfale e scenografico al centro storico della città, in linea con il progetto fascista di rendere Forlì una «piccola Roma».

Luogo

Nel progettare le palazzine, nel 1933, Bazzani mise in campo il suo gusto romano e il suo razionalismo sui generis. In questi due edifici elementi tipici dello stile razionalista coabitano con elementi decorativi di stile neoclassico ed eclettico; a questa fusione di stili rimandano le cornici esterne delle finestre, volutamente diverse in ciascun piano, e anche la scelta di inserire un’altana, ovvero il terrazzino coperto a forma di torretta che conferisce slancio all’edificio, un elemento tipico di molti progetti di Bazzani.

Dal 1933 al 1937, anche la copertura originale venne realizzata in litocemento armato, con una tecnica particolare che imita il marmo travertino, un materiale molto più costoso. Per realizzare questo finto travertino, il cassone dove veniva gettato il litocemento era cosparso di sale grosso, una volta asciugata la lastra, il sale veniva lavato via e sciogliendosi lasciava sulla superficie del cemento i vacuoli tipici del travertino. In Romagna veniva usato sale di Cervia, che conferiva al finto travertino una sfumatura rossastra.

La palazzina Benini e la sua gemella Bazzani vennero inaugurate nel 1937. Entrambe furono destinate ad abitazioni private, e ovviamente una parte venne occupata dai famigliari di Ettore Benini, scomparso nel 1934.

Palazzina Benini, dettaglio delle finestre

Con il sopraggiungere della guerra, tra il 1943 e il 1945, nella palazzina Benini venne allestito un rifugio antiaereo proprio sopra alle cantine, che fungeva da riparo sia per gli abitanti della palazzina sia per il vicinato. Al termine del conflitto la famiglia Benini tornò a vivere nella palazzina, mentre gli altri alloggi furono destinati ai diversi inquilini affittuari che si avvicendarono negli anni.

Negli anni Cinquanta l’edificio fu anche uno degli osservatori privilegiati durante il passaggio della Mille miglia, la storica gara automobilistica che percorre la via Emilia. Famiglia e amici si riunivano sulla torretta e passavano la nottata in attesa delle auto che sfrecciavano tra le due palazzine.

Nel corso degli anni Ottanta la palazzina venne in parte venduta. Il commercialista Giorgio Numa acquistò alcuni appartamenti e commissionò importanti interventi di restauro e di modifica: la facciata venne ritinteggiata e stuccata, venne aggiunto un ascensore vicino alla rampa di scale centrale, alcune scale sparirono e la torretta venne chiusa.

Oggi

Nel 2021, gli eredi di Benini occupano ancora il secondo piano della palazzina, mentre gli altri piani ospitano numerosi inquilini e attività, tra cui l’ufficio di Giorgio Numa, la sede di un quotidiano locale e un’assicurazione.

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