Cesare Valle (su commissione diretta), 1935
1936-1937
Corso della Repubblica, 11 - Forlì
L’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale venne appositamente realizzato nel centro storico di Forlì, sia per rispondere all’esigenza pratica di avere un edificio statale dedicato alla previdenza sociale, sia per la volontà di realizzare un’espressione del potere centrale nel cuore della città.
La costruzione disegnata da Cesare Valle è in perfetta sintonia con i dettami architettonici propagandati in quegli anni da Marcello Piacentini; Valle, infatti, non si preoccupò dell'ambiente cittadino circostante, ma perseguì l’obiettivo di realizzare un’architettura degna della monumentalità romana.
Nonostante già nel 1934 Vincenzo Civico lanciasse dalle pagine di «Urbanistica» delle accorate raccomandazioni contro la demolizione del centro storico che in quegli anni si andava attuando, il piano di realizzare un imponente costruzione statale nel centro cittadino andò avanti.
Il progetto venne affidato a Cesare Valle – l’architetto che già negli anni precedenti aveva portato a Forlì variazioni e stili architettonici riferibili a contesti di maggiore respiro, quali quelli della capitale – e, nel 1935, iniziarono i lavori per la costruzione dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale.
Il prospetto dell’edificio è costruito su una ordinata regolarità ulteriormente amplificata da una rigida simmetria, che riprende, per quanto semplificato, lo schema classico del palazzo urbano.
All’esterno il rivestimento a cortina della fascia centrale del palazzo si distingue per il colore rosso cupo dei mattoni, che crea un efficace contrasto cromatico con il travertino voluto da Valle per la realizzazione della zona basamentale.
La costruzione termina con un piano attico circoscritto alla sola parte centrale, che mette in risalto i meno elevati corpi laterali, dove sono indicate le destinazioni previste per ogni singolo piano.
La zona basamentale dell’edificio è completata da un portico, realizzato sempre in travertino, che richiama per volere di Valle la severa semplicità degli acquedotti romani.
Nel pieno rispetto delle direttive di utilizzazione fondiara e redditizia stabilite dall’Amministrazione centrale, il palazzo comprendeva oltre agli uffici dell’Istituto di Previdenza una ventina di appartamenti, ai quali si accedeva da via Bruni e da via Baratti, e una serie di negozi dislocati lungo il portico.

Attualmente l’edificio ospita la Banca di Forlì e non ha praticamente nessun significato ideologico. Su una finestra laterale sono riconoscibili alcuni simboli del fascismo, ma oggi è principalmente riconosciuto come un buon esempio di architettura che coniuga armoniosamente monumentalità e razionalismo. Questo suo valore e la vicinanza a piazza Saffi, la piazza più importante della città, lo rendono l’interessante tappa di un itinerario architettonico del Novecento.
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