Roberto de Cupis, 1934
1934-1935
Via Giorgio Regnoli, 115 - Forlì
Roberto De Cupis nacque a Roma nel 1900 da una famiglia di nobili origini e molto presto dimostrò una forte propensione alla scultura. Da bambino Roberto si trasferì con la famiglia in Emilia Romagna e poi, nel 1923, a Forlì, dopo essersi diplomato in scultura e architettura a Parma. Era un artista dotato e non appena arrivò a Forlì cominciò a lavorare come scultore. Tra i tanti progetti, realizzò i fregi della nuova Stazione Ferroviaria di Forlì e con Cesare Bazzani lavorò alla costruzione della Casa del Mutilato e del Palazzo delle Poste. Il suo studio si trovava in quello che oggi è il Palazzo della Provincia, in piazza Morgagni.
Al suo estro creativo si deve la realizzazione di Palazzo De Cupis, un edificio che a un occhio distratto potrebbe passare quasi inosservato, ma che guardandolo con attenzione si rivela una costruzione sorprendente, a pianta triangolare. Il paragone con una grande imbarcazione ormeggiata è quasi ovvio: per i forlivesi, infatti, Palazzo De Cupis è sempre stato «la nave».
Nel 1933, De Cupis venne sfrattato dallo studio di piazza Morgagni e si mise alla ricerca di una sistemazione alternativa: uno spazio vasto e dai soffitti alti, che potesse ospitare le grandi sculture su cui lavorava. Dopo un anno di ricerche, decise che la soluzione era costruire un edificio da zero; in questo modo, oltre a risolvere il problema dello studio, avrebbe avuto a disposizione anche un’abitazione per la famiglia, che dall’arrivo a Forlì era sempre stata in affitto.
De Cupis acquistò un lotto stralciato da quelli che allora erano gli Orti Vallicelli. Il lotto era molto particolare, aveva una forma triangolare, ma questo non scoraggiò lo scultore, anzi probabilmente stimolò la sua creatività: De Cupis poteva finalmente mettere in pratica la sua esperienza e il suo gusto artistico senza dover sottostare alle richieste di un committente, quindi progettò un edificio particolarissimo, a pianta triangolare.
Tra il 1934 e il 1935, De Cupis si occupò interamente della progettazione di ogni aspetto del palazzo: dalla struttura alla disposizione degli interni, dai colori ai mobili, necessariamente realizzati su misura per gli ambienti dalla forma singolare.
Per la facciata lo scultore scelse una tonalità simile a quella del pepe verde, un colore originale che stupiva allora come oggi; le pareti esterne sono rifinite con intonaco Terranova strollato, un materiale moderno e pregiato per l’epoca. Nel 1936, una volta ultimati i lavori di costruzione, il palazzo era pronto per accogliere famiglia e laboratorio. De Cupis si trasferì al primo piano con il padre Gioacchino e Alda, la governante di famiglia, mentre il piano terra, dai soffitti molto più alti di quelli di un’abitazione normale, venne destinato a ospitare lo studio dello scultore.
Nel 1938, a causa di qualche problema nell’ottenere committenze pubbliche, difficoltà che lo scultore sintetizzò sempre come problemi fiscali, De Cupis smantellò letteralmente il laboratorio e cominciò a dedicarsi soprattutto all’edilizia, progettando ville e villini. I locali del piano terra dell’edificio vennero adibiti a uffici per il Patronato Nazionale di Pubblica Assistenza, e nei decenni successivi l’edificio ospitò anche un calzaturificio, un maglificio, uno studio di ingegneria e una scuola privata, oltre a numerose famiglie di inquilini.

La guerra arrivò anche a casa De Cupis. Come molti edifici di pregio della città anche questa abitazione venne messa al servizio delle truppe alleate: il primo piano venne adibito a cucina da campo e la famiglia dovette trasferirsi nelle cantine. Una volta terminato il conflitto anche i De Cupis tornarono alla normalità e al pieno possesso della propria casa; negli anni seguenti diverse famiglie e diverse attività si alternarono negli spazi del palazzo.
Ettore de Cupis, il figlio di Roberto, vive nel palazzo insieme alla sua famiglia e, a partire dal 1993, ha attuato numerosi interventi per mantenere l’edificio in buono stato e adattarlo alle esigenze della vita contemporanea. Per avere un accesso diretto al giardino ha unito il piano terra al primo piano e ha fatto restaurare la facciata dell’edificio, cercando ovviamente di mantenere la tonalità di colore originaria.
Attualmente la villa è ancora di proprietà dei De Cupis, Ettore si è dedicato a custodire e diffondere la memoria del padre raccogliendo documenti e opere che conserva con cura. Nel 2015 i locali del Monte di Pietà hanno ospitato una mostra monografica su Roberto de Cupis, permettendo ai suoi concittadini di conoscere meglio la vita e le opere di questo artista atipico e talentuoso e artefice di uno degli edifici più particolari di Forlì.
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