Viale Bologna, 298 – Cava-Villanova
Dove oggi si trovano i palazzi della galleria Vittoria e il giardino Annalena Tonelli, tra corso della Repubblica, via Nazario Sauro e via Oberdan, sorgeva la sede della Becchi, nota fabbrica di stufe.
Nel 1850 la famiglia Becchi avviò a Forlì una produzione di stufe tradizionali in cotto, da allora l’impresa conobbe uno sviluppo costante; a questa ditta si deve la produzione della rivoluzionaria stufa a cassettoni e, in generale, una grande capacità di rinnovamento. Nel 1906 Pietro venne a mancare, ma l’azienda continuò a operare con il nome di Eredi Becchi. Nel 1961 la famiglia Becchi lasciò la proprietà dell’impresa, che nel 1971 venne ceduta al gruppo Industrie Zanussi.
La ditta Becchi venne fondata nel 1858 da Pietro Becchi, che già dal 1850 in collaborazione con il padre fabbricava stufe. Pietro dedicò tempo e dedizione allo studio dei materiali e grazie al suo lavoro Forlì divenne uno dei principali centri di produzione di stufe in cotto; questo fu il primo passo di quella che può essere definita una crescita lenta ma costante.
Nel 1866, a pochi anni dalla sua fondazione, la ditta Becchi, supportata dalla presenza di quattro operai, poteva produrre 120 stufe all’anno. Negli anni Settanta dell’Ottocento il mercato si estese a livello regionale, per poi espandersi oltre i confini nazionali con la stufa a cassettoni, che venne commercializzata fino in Spagna, Tunisia e Argentina.
Oltre all’innovazione tecnologica venne portato avanti un importante sviluppo commerciale; negli anni Trenta la produzione della Becchi passò da 10.000 a 20.000 stufe e il suo organico crebbe oltre i 200 dipendenti. L’impresa rinnovò i propri impianti produttivi, anche per rispondere alla nuova domanda di cucine economiche a legna e a carbone in lamiera. Lo stabilimento occupava una superficie di 14.000 m2 e ospitava una mensa aziendale, un ufficio medico, una palestra e un dopolavoro. Nella seconda metà degli anni Trenta la ditta vide aumentare la propria produzione grazie alle commissioni belliche, ma successivamente la limitazione di ferro e rame per usi civili durante la guerra portò a una compressione dell’attività.

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’impresa Becchi superò la crisi e ampliò la propria offerta di elettrodomestici: frigoriferi, lavatrici, cucine economiche si affiancarono alle cucine a gas, che rimasero il prodotto di punta. Ormai diventata una società per azioni con una succursale a Milano, un deposito a Torino e una concessionaria con deposito a Napoli, negli anni Sessanta l’impresa venne ceduta dalla famiglia a tre nuovi proprietari: Giulio Tamaro, Felice Riva e Bino Cicogna.
Con la nuova proprietà l’espansione della ditta Becchi continuò: ai vari elettrodomestici si aggiunsero le caldaie a gas per il riscaldamento centralizzato, nel 1963 iniziarono i lavori per il nuovo stabilimento a Villanova di Forlì; la nuova sede, estesa per una area di 150.000 m2 venne visitata dall’allora ministro dell’Industria Giulio Andreotti. Furono anni di grande attenzione per la comunicazione e la pubblicità, l'azienda fece il proprio ingresso nel mondo della sponsorizzazione sportiva e divenne lo sponsor della Libertas Basket Forlì.
Il dissesto finanziario che portò alla bancarotta il terzo socio, Felice Riva, già presidente del Milan Calcio, si ripercosse sul famoso Cotonificio Vallesusa e sulla Becchi che, al principio degli anni Settanta divenne di proprietà della Zanussi di Pordenone. Assieme alla Becchi, la Zanussi inglobò Triplex, Castor e Zoppas. Nel 1984 la Zanussi venne poi ceduta al gruppo Electrolux.
L’ Electrolux è attiva ancora oggi a Forlì negli stabilimenti sulla via Emilia e di quello che fu la Ditta Becchi troviamo una ricca testimonianza nel lavoro fotografico di Edgardo Zoli.